lunedì 11 febbraio 2008

i Momix e La corazzata Potëmkin

Domenica sono stato a vedere/ascoltare i Momix al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli - Assisi - Perugia.
Cominciamo a dire che il Teatro e' molto bello ma (ecco il primo MA) i posti sono STRETTISSIMI! Non nel senso della larghezza che ancora ci entro. Ma la distanza tra la tua poltrona e quella di fronte. E distanza e' una parola grossa. Appena seduto mi son sentito come un condannato alla sedia elettrica stretto dalle cinghie contenitive. Come il passeggero di un volo charter per Cuba (non che abbia mai provato...). Le mie rotule dopo cinque minuti di pressione hanno cominciato ad ululare tant'e' che ho dovuto provare ad incrociare le gambe portando i piedi indietro, sotto la seduta. E la cosa ha funzionato per ben quattro minuti finchè le mie anche hanno cominciato ad ululare. Pero' ho continuato a far finta di niente chiacchierando allegramente. Ma dentro, dentro ero tutto una sofferenza! Ed allora ho cominciato a contare i minuti, quanto manca alla fine? La cosa e' tragica pero', visto che ancora lo spettacolo non era cominciato... Ma si sa, alla sofferenza ci si abitua, e quasi senza che me ne accorgessi, si spengono le luci e comincia lo spettacolo. Parte una musica sparata a vari decibel sopra la soglia di sofferenza umana, noi tutti, pero', in rigoroso ed ispirato silenzio, si ascoltava. Comincia il primo quadro (o come si chiamano le suddivisioni dello spettacolo) che ammiro per ben cinque minuti pensando in cuor mio che se dovevo vedermi un documentario, me lo guardavo da casa! Solo dopo un po' il mio innato acume mi permette di scoprire che dietro il telo, ben nascosti dalle (poche) luci e dalle (molte) ombre, i ballerini ballavano dal vivo. Volevo ben dire! Questi sono i Momix mica un documentario sul circo cinese...(per quanto, i dodici minuti di "ribbon solo" mi hanno ricordato proprio quello).
Intanto la musica di Peter Gabriel prosegue inesorabile e senza cedimenti, ritmica ed ipnotica, ma anche un po' angosciante, col suo ribadire l'ossessionante lentezza dello spettacolo. E meno male che io ancora contavo i minuti perche', non dimentichiamocelo, le rotule e le anche ancora ululavano, appena sovrastate dalla musica di Peter Gabriel. Ma io le sentivo. In compenso, sarà stata la sofferenza o l'analogia con la sedia elettrica, la temperatura del locale e' salita a simulare un confortevole caldo equatoriale. Colpa mia pero'. Avevo il maglioncino... Tolto!
Ma alla temperatura della sala non gli ne frega niente del mio sacrificio e rimane imperturbabilmente altissima, soffocante. La musica spara altissima. Le rotule ululano. Le anche ululano. E i momix ballano. Mooolto lentamente. Cosicche' ho avuto il tempo di ammirarne le prodezze atletiche, la sincronia del gesto con le musiche, la infinita lentezza dello spettacolo. E l'infernale calore della sala.
Voglio essere del tutto sincero. Spettacolo molto bello. Da esaurirsi in un quarto d'ora pero'. Fateci caso: quante volte abbiamo visto i Momix in TV, con riprese sincopate, tagli veloci, cambi di immagine...pensate invece essere li, seduti con le rotule il caldo il rumore e tutto il resto a vedere questi tipi che zompettano (tanto elegnatemente per carità) seminascosti dietro un velo per ben un'ora e mezzo. Ed il tutto senza capire una cippa di quello che il mitico Pendleton, con le sue immagini spirituali e surrealistiche, ci ha voluto propinare. Si, certo, ad un certo punto c'e' un tizio appeso con due ai lati appesi piu' in basso, un pensierino alla crocifissione si fa (lo spettacolo si intitola Passion, le musiche son tratte dal film di Martin Scorsese “L’ultima tentazione di Cristo” che si deve pensare?) Ma il resto? Alzi la mano chi non ha urlato, nel piu' profondo antro oscuro della sua intimità: Ma che cacchio vor dì?
Alla fine, quando tutto e' finito, interrogandosi del vero significato della vita, di Passion, dei Momix e di tutto il resto, ci siamo fiondati in macchina, ed io ho pensato, tra me e me, che nella lista di spettacoli piu' pallosi della vita, questi Momix li piazzo al secondo posto subito dopo "La corazzata Potëmkin".
E sfido chiunque a smentirmi!

1 commento:

  1. L'articolo è incommentabile, perciò usare la sezione commenti mi fa ridere...io ho visto lo stesso spettacolo nel medesimo teatro: è vero le sedie sono a poca distanza l'uno dall'altra e io non sono bassa, ma ho trovato tutta la prosopopea assolutamente esagerata...e poi a chi voleva leggere qualche commento sullo spettacolo, come me, non gliene importa proprio niente del caldo, delle rotule e delle anche del tipo che lo ha scritto. Inoltre lo spettacolo era meraviglioso, di una poesia unica, come tutti gli spettacoli dei Momix, tra l'altro meno acrobatico del solito (come poteva essere SunFlower Moon)...ma d'altra parte il teatro in genere non è di chiunque, ma di chi se lo merita...se non si hanno le competenze per giudicare non si può pretendere di farlo (ed ecco che si parla della scomodità del Teatro)! Tra l'altro l'esperto si è dimenticato di dire che a fine spettacolo la sala gremita (ecco perchè era un pò caldo) si è alzata in piedi e ha applaudito per molto tempo alla meraviglia dei corpi e alla bravura di escuzione dei ballerini...consiglio: la prossima volta invece di andare a Teatro stai a casa a vedere un film dei Vanzini, che di sicuro (spero) non ti sarà difficile coglierne il senso.

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