lunedì 3 settembre 2007

Vendere Mod Chip e' reato. O no? O si? O no? ...

Vendeva, tramite un sito internet, dei 'mod chip' che inseriti nella Playstation 2 permettevano alla piattaforma di leggere anche cd masterizzati.
Condannato a sei mesi di reclusione e 6.000euro di multa in primo grado, era stato assolto in Appello dalla Corte di Bolzano perché i fatti commessi risalivano al 2002 e fino alla riforma del 2003 in materia di pirateria e contraffazione con i nuovi supporti informatici, non esisteva ancora una descrizione specifica del reato relativo a questo tipo di prodotto tecnologico .
La Corte di Cassazione ha invece annullato la sentenza con rinvio ritenendo che il reato fosse ascrivibile all'art.171-ter della vecchia legge sul diritto d'autore, la 633 del 1941.
I giudici della Terza Sezione Penale ribadiscono un concetto di base che è quello della protezione del prodotto messo in commercio e quindi del diritto d'autore da difendere. In base all'art. 171 della legge 633 è punibile "chiunque produce, utilizza, importa, detiene per la vendita, pone in commercio, vende noleggia o cede a qualsiasi titolo sistemi atti ad eludere, decodificare o rimuovere le misure di protezione del diritto d'autore o dei diritti connessi". Questa formulazione, sottolineano gli ermellini nella sentenza n. 33768, comprende anche l'elusione o rimozione dei sistemi di protezione integrati fra supporto informatico e l'apparato destinato ad essere utilizzato.
Capovolgendo la decisione del Tribunale di Bolzano che aveva assolto con formula piena (tecnicamente "perché il fatto non sussiste") Dalvit Oscar, titolare della HS Distribuzione di Salorno (Bolzano).
La società vendeva i "Modchip", ma con l'avvertenza agli utenti sui limiti del loro utilizzo: vale a dire convertire la consolle di giochi in un vero e proprio personal computer o, in alternativa, utilizzare giochi lanciati dalla stessa Sony in altre aree del globo (in primis Asia e Nord America), ma non ancora in Europa. Il contratto di vendita sollevava, in teoria, l'operatore da qualsiasi utilizzo improprio e illegale da parte degli utenti.
Ovvero: "i produttori di hardware sono legittimati ad adottare tutti gli strumenti necessari a tutelare la loro opera dell'ingegno, ma non possono impedire all'acquirente di fare del prodotto l'uso che vuole. Quindi anche sfruttarne le potenzialità tecnologiche per impiegarlo alla stregua di un PC, visto che la consolle consente anche questo". E invece, manco pe' gnente!
Insomma, chi volesse modificare la propria playstation ( o Xbox o cellulare o quant'altro), stia attento. Anche se l'hai comprata, non e' tua, non ci puoi fare quello che ti pare. Magari se la rompi ti potranno multare. Se la modifichi ti potranno arrestare. E' mia si, l'ho comprata ma...e se ci voglio installare Linux? Mah!. Parliamone. Lungi dal voler giustificare i piratoni di software pero'...troppe regole, troppo controllo, brutta cosa. Ma la Playstation: e' mia o no?

2 commenti:

  1. caro stiamo affondando nel letame, siamo spiati, truffati, monitorati, siamo tutto tranne che liberi... E i mezzi di controllo sono in mano a persone, come noi, come tutti, e come disse qualcuno nella Bibbia errare è umano, e dato che siamo tutti umani erra anche chi ci deve controllare...

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  2. Quis custodiet ipsos custodes?, ovvero:
    "chi sorveglierà i sorveglianti?"
    [Giovenale, VI Satira]

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